La leggenda
C'era una volta, più di 2 millenni fa, sulle cime degli antichi e maestosi Balcani antichi, la spina dorsale della nostra patria, sulle cime del monte Hemus, regnava il potente signore del cambiamento, il dio Mart. Era il maestro dei cambiamenti primaverili, di scuotere la terra dai succhi primaverili per smuovere il sangue di giovani semi e per far esplodere nuova vita sulla terra per diventare verde e iniziare il vero Anno Nuovo.
Questo è lo stesso dio al cui nome i romani nei loro testi aggiungono una "s" nel nome per trasformarlo in Marte, che abita il monte Hemus. Non è un caso che l'antico capodanno romano iniziasse il primo marzo: il giorno del dio Marte, il nuovo inizio, la primavera, il "ribollire del sangue" sulla terra, il dio del sangue e la passione militare. Ecco perché il nome del "Dio Rosso" adorna il pianeta Marte e il primo mese di primavera nelle lingue di tante nazioni.
La primavera è anche il momento in cui si apre una nuova pagina per la famiglia, in attesa del nuovo raccolto per sfamare i propri figli, ma anche il momento per un nuovo inizio di ostilità, congelate durante la fredda stagione invernale. Fu allora che gli uomini andarono in guerra e lasciarono a casa le mogli sole con i figli.
La leggenda narra che quando gli uomini andarono in guerra, il 1° marzo, le donne intrecciavano fili bianchi e rossi decorati con perline e li legavano ai polsi e alle caviglie dei loro polsi. Pertanto, hanno mostrato il loro rispetto per gli dei del cambiamento e della guerra, hanno implorato i protettori dei guerrieri traci - il dio Mart e la dea Belona, di dar loro coraggio e coraggio per raccogliere la vittoria, oltre a forza e salute per tornare casa. Ma chi è la Dea bianca e come intreccia il suo destino con il temibile e potente Dio della Guerra?
Marto e Bellona
La storia di dove si trovava esattamente la dea Bellona prima che il destino la portasse sulle possenti montagne di Hemus non è stata raccontata per secoli. Ma una cosa è certa: l'amore non è solo dolcezza umana. È una debolezza quando i due sono separati, ma è una forza potente quando "lui" e "lei" si intrecciano tra loro sul sentiero della vita e oltre.
Bellona è il nome della donna che ha avuto pietà del cuore del guerriero più audace e impavido tra gli dei degli antichi Traci: il dio Mart. Siamo abituati ad ascoltare antiche storie greche su divinità che hanno debolezza e un amore straziante per le donne mortali. Quello non era l'amore di Mart per Bellona.
Il suo amore era potente, catturando il suo cuore rapidamente e istantaneamente come il colpo di una spada nel momento in cui vide Bellona ai piedi del suo monte Hemus. Questo amore è rimasto lì per sempre e le loro anime si sono intrecciate come se non si fossero mai separate. È stato un amore alla pari.
Cosa ne pensi della sposa di Mart? Delicato, gentile e setoso? Forse..., ma se ci aggiungi "indifeso", non aspettarti pietà dalla sua mano gentile.
Al matrimonio di Mart e Bellona, le dee regalarono alla nuova amante dei Balcani una corona intrecciata di rose rosa per ornarle i capelli. Ma Bellona non era d'accordo. In inferiorità numerica a suo marito in guerra, si adornò con il titolo di "Dea della guerra" invece di una corona di rose rosa. La corona di rose rosa Belona ha lasciato cadere il giorno del suo matrimonio ai piedi dei Monti Balcani e questa corona di rose si trova ancora sotto i Balcani. Le rose più incantevoli, divine e profumate, benedette dall'amore di Mart e Belona, fioriscono ancora lì e la gente chiama il luogo "Valle delle rose" (vicino alla città di Kazanlak).
Questo amore è ancora vivo nel rituale della martenitsa. Il legame tra Mart e Bellona non si interrompe mai, perché la martenitsa è sinonimo del potente e invincibile Dio e Dea della guerra, della vittoria nei momenti difficili. Sono simboli di speranza. La martenitsa con l'uomo rosso e la donna bianca intrecciati rimarrà per sempre un simbolo di virilità e coraggio, di sacrificio e di forza, di cui tutti abbiamo bisogno dopo il lungo inverno.
La martenitsa è tra quei simboli: perle della collana della memoria ancestrale del bulgaro, tramandate di generazione in generazione, che ci aiutano a preservare noi stessi. Merita di portare con sé tutti i suoi significati intessuti nel bianco e nel rosso dei suoi fili.
Conosciamo molte leggende sui fili intrecciati rossi e bianchi che indossiamo il primo marzo. Contrariamente alle opinioni politiche, le leggende riescono sempre a intrecciarsi, riconciliarsi e intrecciarsi in un modo inimitabile. Non dimentichiamo la leggenda di Marto e Bellona, perché forse ci porterà quella speranza mancante e quella fiducia in se stessi di una nazione antica che tanto oggi ci manca.
Il 1° marzo, adorniamoci con questo simbolo bulgaro e lasciamo che sia più di quanto abbiamo pensato finora.
Congratulazioni a Marto e Bellona: siamo sani, forti, coraggiosi e uniti!